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Madri fuori è una campagna per i diritti delle donne detenute con figl3 iniziata nel 2023 che in seguito all’approvazione del DDL “Sicurezza” dello scorso mese, si arricchisce di nuove lotte. La promozione della campagna in sostegno alle “madri dentro” proprio il giorno della festa della mamma è un invito a vivere la celebrazione come momento di riflessione e consapevolezza, di lotta.

Il decreto conferma la revoca dell’obbligo – già del codice fascista Rocco – di rinviare l’esecuzione della pena per le donne incinte o con figl3 di età inferiore a un anno, rendendo la misura discrezionale. Il rischio di recidiva continuerà a orientare le decisioni dei giudici, che negheranno questo diritto soprattutto alle donne più vulnerabili, perché la recidiva delle donne è quella dei reati minori, soprattutto contro il patrimonio, i reati delle povertà. Resta intatta la natura sessista, razzista e classista della norma originaria.

C’è scritto nel Comunicato stampa di “Madri fuori: – dallo stigma e dal carcere, con i loro bambini e bambine”. Non è solo inasprendo le pene e aumentando i reati – o scavallando l’iter legislativo fondante una repubblica democratica secondo il principio della tripartizione dei poteri, o minacciando con la forza l’espressione di rivolta, pure pacifica – che si rischia di peggiorare le condizioni delle donne madri detenute, de3 loro bambin3 e non solo. 

 

La campagna dell’11 maggio ricorda che la reclusione all’interno degli ICAM, pur mutando la veste del carcere nella terminologia “Istituti a Custodia Attenuata per detenute Madri” resta un carcere e non una reale misura alternativa.

[…] perché gli ICAM sono sezioni carcerarie, con sbarre e agenti, da cui non si esce, in cui si è recluse. Gli ICAM sono carcere. E non solo: dopo l’anno di età bambini e bambine potranno stare con le loro madri anche nelle normali sezioni.

 

Sono ancora quegli spazi di opacità e di discrezionalità del DDL che andranno ad alimentare un sistema già saturo e in crisi, quello dell’istituzione penitenziaria in Italia e che rendono più evidente (se non lo era già prima) anche un altro fenomeno: quello dell’imprigionamento selettivo. Sembra inoltre che questa vaghezza possa rendere possibile che

in casi di violazione della sicurezza o dell’ordine da parte delle madri, espressioni vaghe e prive di specificità quelle contenute nel decreto, è previsto il loro trasferimento in carcere e la sottrazione del minore. (Link qui)

 

“Madri Fuori” continua la sua lotta, insieme al movimento nazionale contro il DL sicurezza, perché il Parlamento non approvi queste norme liberticide e sessiste.

“Madri Fuori” – come già nei due anni passati – dichiara l’11 maggio, Giornata della mamma, giornata di lotta dedicata alle madri e a tutte le donne detenute. 

E invita tutt3 a promuovere iniziative locali di incontro con le donne detenute, informazione e sensibilizzazione, dibattito pubblico e manifestazione di dissenso e opposizione. QUI